Racconti attorno al fuoco -( Cunti attuornu a lu fuocu) -
Molti anni fa, Alia era un paese pieno di gente, i ragazzini correvano a frotte nelle strade e si vedevano muli ed asini in abbondanza.
La sera, in inverno, quando tutti erano tornati dal lavoro, le famiglie, dopo aver cenato, si riunivano attorno al braciere ed i nonni incominciavano a raccontare: Si conta e si racconta questo bellissimo racconto.
di Mario Spedale
Le castagne e il porcellino
Un povero contadino, gabelloto di terre, una volta ebbe una lite col proprietario, che era un barone ricco e prepotente.
Poiché non fu possibile raggiungere un accordo amichevole, il barone lo citò in giudizio.
Il villano, sebbene avesse ragione da vendere, ebbe paura di perdere, sapendo bene che la forca è per il povero e che tutti si approfittano del debole ( tutti si appoggiano al muro basso).
Allora che cosa pensa di fare!
Riempie un sacco di castagne, lo porta al giudice e gli spiega tutte le sue ragioni.
“Vai via tranquillo! -gli dice il Giudice - “chè la tua causa è vinta”.
Quel poveretto si sentì rincuorare.
Il barone, venuto a conoscenza del fatto, di nascosto manda al giudice un porcellino.
Si pubblica la sentenza e il contadino è condannato a pagare le spese processuali.
“Ah! Pezzo di birbante! Così s’ingannano i cristiani?”
Corre dal giudice e gli dice: “questa è la bella promessa che ha mantenuto, dopo aver mangiato le castagne?” Le mie castagne?
Al giudice veniva quasi da ridere.
“Vieni qui con me”- gli dice - Lo fa scendere nella stalla, gli mostra il porco e gli dice:” Che disdetta! Vedi chi ha mangiato le tue castagne!”
Il povero contadino rimase senza parola; se ne tornò tutto mortificato e, per via , si lamentava:
“per raggiungere il peso del porco, nella bilancia della giustizia avrei dovuto metterci almeno un vitello”.
Racconto tratto da “Vernacolo e Lingua Nazionale” di Camillo Perticone. Editori Santi Andò & figli - Palermo 1924.